Roma, 30 dicembre 39
Titus Flavius Vespasianus
Dopo un tirocinio militare in Germania e Britannia seguì il padre Vespasiano nella campagna di Giudea distinguendosi nella conquista di diverse piazzeforti. Dopo la proclamazione a imperatore del padre il 14 luglio 69, completò le operazioni belliche in Giudea con la conquista di Gerusalemme, impresa che gli valse l’acclamazione a imperatore da parte dei soldati.
Tornato a Roma nel giugno del 71, celebrò il trionfo con il padre che lo associò subito al governo, così dopo la morte di Vespasiano (26 giugno 79) Tito divenne nuovo imperatore e in ossequio al consolidamento dinastico nominò suo successore il fratello Domiziano.
In politica estera fu raggiunto in Britannia il confine Clota – Bodotria e in Oriente furono rafforzati e sistemati i confini. Mostrò un buon accordo con il Senato anche se attribuì notevole importanza al consilium principis, assemblea privata formata da una stretta cerchia di collaboratori.
In campo legislativo si ricorda la sua clemenza tanto che durante il suo regno non furono pronunciate sentenze di morte, notevole fu anche l’attività edilizia ben rappresentata dall’inagurazione nell’80 del Colosseo. La sua generosità e abilità organizzativa si manifestò con i numerosi interventi in zone colpite da calamità come durante la tragica eruzione di Pompei del 79 che vide Tito soggiornare due mesi in Campania per dare sollievo alle popolazioni.
Colto da febbre nell’estate dell’81 abusò di troppi bagni freddi che ne causarono la morte il 13 settembre 81 nella sua villa di Aquae Cutiliae.
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