Costantinopoli, 420 circa
Anthemius Procopius
Quintultimo imperatore romano d’Occidente, nacque a Costantinopoli da nobile famiglia. Per parte di padre discendeva da Procopio, che nel 365 aveva usurpato il titolo imperiale; il suo nonno materno fu Antemio, prefetto di Costantinopoli.
Sposò Eufemia, unica figlia dell’imperatore d’Oriente Marciano, fu console nel 455 ed alla morte del suocero avrebbe potuto aspirare alla successione. Rimase peraltro in buoni rapporti col nuovo imperatore Leone e combatté contro Goti ed Unni.
Nel 467 Ricimero, che da oltre dieci anni spadroneggiava in Occidente ed aveva successivamente innalzato e deposto o ucciso tre imperatori, per ottenere l’aiuto della parte orientale dell’impero nella lotta contro Genserico, re dei Vandali, chiese all’imperatore Leone di designare egli stesso il collega per la parte occidentale. Fu scelto Antemio, che dovette acconsentire al matrimonio della figlia Alipia con Ricimero e che, venuto in Italia con un forte esercito, fu acclamato Augusto presso Roma il 12 aprile 467.
Nel 468 assunse per le seconda volta la dignità consolare. Antemio si dispose a combattere i Vandali, ma la guerra non ebbe esito felice. Così tra il suocero e il genero si venne a lotta aperta, e Ricimero si stabilì a Milano con 6.000 uomini, pronto a muovere su Roma. La guerra civile, evitata in un primo tempo dall’autorevole intervento di Epifanio, vescovo di Pavia, scoppiò nel 472, quando Ricimero fece eleggere Augusto Anicio Olibrio, che era appoggiato da Genserico. Si venne a battaglia per le vie di Roma: dopo una sconfitta subita di fronte alla Mole Adriana, Antemio si rifugiò nella chiesa di S. Crisogono in Trastevere, ma fu scoperto e ucciso (11 luglio 472). Così finì questo imperatore, che per il valore militare, l’ingegno e per il nobile tentativo di scuotere il giogo barbarico e ripristinare in Occidente l’autorità imperiale, avrebbe meritato sorte migliore.
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