Nato nel 420 circa
Iulius Valerius Maiorianus
Il suo omonimo nonno materno combattè sotto Teodosio I contro i barbari transdanubiani con il grado di Magister Militum, suo padre era responsabile del tesoro di guerra di Ezio.
Il giovane Maggioriano cominciò la carriera militare insieme a Ricimero agli ordini di Ezio. Quest’ultimo però lo costrinse a ritirarsi a vita privata, perché aveva notato che era entrato nelle grazie di Valentiniano III. Solo nel 454 Maggioriano venne richiamato dall’imperatore per domare le truppe fedeli al generale Ezio, che era stato ucciso per mano dello stesso Valentiniano.
Quando, nel 455, Valentiniano III venne assassinato, si aprì la lotta per la sua successione. Venne eletto Petronio Massimo, che nominò Maggioriano comes domesticorum (comandante della guardia imperiale). Il nuovo imperatore morì però nello stesso anno, durante il sacco di Roma dei Vandali. Gli successe Avito, grazie al sostegno delle truppe visigote. Anche Maggioriano e Ricimero parteggiarono in un primo tempo per l’imperatore di origine gallica, ma quando questi perse il sostegno dei visigoti, decisero di rovesciarlo. La battaglia finale fu ad Arelate vicino Placentia. Avito venne sconfitto e deposto e, secondo alcune fonti, morì di fame nel santuario dove si era rifugiato, assediato dalle truppe di Maggioriano.
Maggioriano non pretese di essere nominato al posto di Avito, perché formalmente il successore doveva essere designato dall’imperatore d’Oriente Marciano. Questi morì però il 27 gennaio 457 senza indicare nessuno. Anche il suo successore Leone I evitò di nominare un nuovo imperatore d’Occidente e in un primo tempo elevò Maggioriano alla carica di magister militum e Ricimero a quella di patricius e di magister militum.
Maggioriano venne nominato imperatore d’Occidente dopo la vittoria riportata dalle sue truppe contro gli Alemanni. In realtà tra Maggioriano e Ricimero Leone I era stato costretto ad una scelta obbligata: aveva designato il primo perché il secondo era di origine barbarica.
Acclamato imperatore il 1° aprile 457, Maggioriano probabilmente assunse i pieni poteri solo il 28 dicembre. Subito cercò di riavvicinarsi alla nobiltà gallica della quale aveva fatto parte Avito, ma quando a capo di mercenari germanici arrivò nella regione, la popolazione e la guarnigione burgunda lì stanziata non lo riconobbero quale imperatore. Egli però si impose militarmente e decise l’istituzione di pesanti tasse.
Intanto Teodorico II con i suoi Visigoti assediava Arelate. A frenare costui pensò Egidio, magister militum in Gallia, favorendo così un accomodamento tra le parti. I Vandali di Genserico furono respinti quando, sbarcati alle foci del Liri, stavano saccheggiando la Campania. Per contrastare ulteriormente le scorrerie vandale, Maggioriano mise insieme un grande esercito formato da Germani, Sciti e Unni ed armò una flotta di 300 navi da guerra. Partì quindi alla volta della Spagna, da dove avrebbe attaccato i Vandali in Africa. Nonostante questo sforzo bellico, Genserico, grazie ad informazioni avute da una rete di spie e da traditori romani, riuscì a distruggere la flotta romana a Lucentum e, quando trattò la pace, si vide riconosciuto il possesso della Mauritania e della Tripolitania.
Ricimero, che era rimasto a difesa dell’Italia quando Maggioriano con le sue truppe era impegnato contro i Vandali, decise di non appoggiarlo più, lo catturò e, dopo averlo torturato, lo fece decapitare. Secondo altre fonti, Maggioriano morì invece di dissenteria.
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