Flavio Teodosio venne associato al trono dall’imperatore Graziano.
Con l’emanazione nel 380 dell’editto di Tessalonica fu stabilito che il cristianesimo fosse l’unica religione consentita nell’impero.
Nel giro di circa settant’anni il mutamento dei rapporti di forza tra il cristianesimo e il paganesiamo era stato totale.
Nel 395 Teodosio morì e l’impero passò ai suoi due figli Arcadio (oriente) e Onorio (occidente) entrambi sorvegliati dal fido generale Flavio Stilicone che però fu presto rifiutato da Arcadio. Le due metà dell’impero da questo momento in poi avrebbero agito in modo indipendente.
La minaccia maggiore per l’impero venne dai Goti (prima i Visigoti e poi gli Ostrogoti), a causa dell’indebolimento militare (l’esercito era in maggioranza composto da barbari).
Gli invasori furono sconfitti per due volte dal generale Stilicone (a Pollenzo e a Verona).
Gli ostrogoti furono sconfitti successivamente a Fiesole.
Nel 404 la capitale fu trasferita da Milano a Ravenna, più sicura e vicina al mare.
Nel 408 Stilicone venne ucciso per ordine dell’imperatore. I Visigoti calarono nuovamente in Italia e questa volta non vennero fermati.
Arrivarono a Roma nel 408 e nel 410 la sottoposero a saccheggio.
La corte di Ravenna riprese una politica di accordo, i popoli germanici furono riconosciuti come federati dell’impero.
La minaccia di una nuova invasione si profilò dopo l’ascesa al trono di Valentiniano III, figlio di Galla Placidia, sorella di Onorio (425).
Nel 455 Roma venne nuovamente saccheggiata dai Vandali di Genserico.